Diete “lampo”: quanto sono utili?

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Arrivano i primi caldi e tutti noi ci precipitiamo a “pescare” fra gli indumenti più leggeri riposti all’arrivo dell’autunno. E qui, ahimé, per molti arrivano le brutte sorprese: pantaloni che si chiudono a fatica e abiti che “tirano” nei punti critici.
Viene spontaneo cedere alle promesse strillate sulle riviste e dai media: “dieta del limone, come perdere 3 chili in una settimana”, dieta della pizza margherita”(eh sì, esiste anche quella…), “dieta del supermetabolismo, come perdere 10 chili in un mese” e così via.
Terrorizzati dalla prova costume imminente, stringiamo alleanze di ferro con alimenti ritenuti “bruciagrassi”, corriamo ad acquistare confezioni di riso integrale e quinoa, ci assoggettiamo a beveroni mattutini aspettando con trepidazione di salire sul podio della bilancia per congratularci con noi stessi.
Ogni anno, magari diventando seguaci di una nuova tendenza, molti inseguono la stessa chimera del dimagrimento miracoloso.
Ma quali sono gli effetti delle “diete urto”? 

Anzitutto di determinare risultati immediati ma non duraturi nel tempo: PIÙ VELOCEMENTE PERDIAMO PESO, PIÙ VELOCEMENTE LO RIACQUISTEREMO.
In secondo luogo dobbiamo stare molto attenti a togliere alimenti di cui il nostro organismo può avere bisogno, creando degli scompensi a livello metabolico.
Ma soprattutto, se vogliamo rientrare comodamente nei nostri indumenti estivi, dobbiamo voler dimagrire in salute, e per fare questo occorre, oltre ad un approccio psicologico positivo, una valutazione attenta e ponderata da parte di un professionista, che tenga conto di sesso, età, stile di vita e soprattutto delle nostre esigenze quotidiane, altrimenti ogni sacrificio è inutile e forse dannoso.
“Non accettare caramelle dagli sconosciuti” insegniamo ai nostri bambini. E noi “grandi” seguiamo una dieta scritta da chi non ci ha mai visto in faccia?